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Potenziali evocati uditivi

La raccolta dei potenziali evocati uditivi (ABR) è uno dei test uditivi oggettivi in cui le risposte agli stimoli sonori vengono raccolte da un dispositivo di misurazione. Questo test registra l’attività elettrica che si propaga lungo le vie uditive, dal nervo acustico alle aree uditive del cervello, in risposta agli stimoli uditivi. Questi segnali vengono raccolti utilizzando elettrodi posizionati sulla fronte e sulle mastoidi, e talvolta sul cuoio capelluto.

Nella pratica clinica, cerchiamo soprattutto i potenziali evocati uditivi precoci, che esplorano il nervo acustico e le vie uditive del tronco encefalico. Sono utili per :

  • screening della sordità nei Neonati e nei bambini.
  • Nella ricerca di danni uditivi retro-cocleari (neuroma del nervo acustico).
  • Per lo screening delle malattie dello spettro delle neuropatie uditive nei bambini e negli adulti, quando i test uditivi soggettivi mostrano una discrepanza tra l’audiometria tonale e l’audiometria vocale, che misura l’intelligibilità. La PEA viene quindi combinata con le otoemissioni acustiche.
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I diversi tipi di test dei potenziali evocati uditivi

Nella pratica, i potenziali uditivi convenzionali sono utilizzati per misurare le soglie, le ampiezze delle onde e le differenze tra le diverse onde, o ASSR (Auditory Steady-State Response), che meritano una menzione speciale perché consentono di valutare in modo oggettivo le soglie uditive su un’ampia gamma di frequenze con un’approssimazione di 10-15 dB HL.

I potenziali evocati uditivi a media e lunga frequenza sono utilizzati principalmente per valutare i processi cognitivi superiori, come la percezione della musica, la memoria uditiva e il riconoscimento delle emozioni. Non sono di uso comune.

Come tutte le indagini volte a valutare l’udito di un paziente, questo test ha valore solo se fa parte di una valutazione completa del sistema uditivo, che comprende un’accurata anamnesi, un’otoscopia al microscopio e test uditivi soggettivi (audiometria tonale e vocale).